Rivelazione Intrusione

ANTINTRUSIONE

Sistemi attivi di rivelazione intrusione

Un sistema attivo di rivelazione intrusione consiste nell’insieme di apparecchiature che rilevano la presenza o il passaggio di persone non autorizzate all’interno di un’area protetta. Il sistema deve essere in grado di fare pervenire con differenti modalità di comunicazione una segnalazione in caso di intrusione.

Il principio base della protezione da intrusione

Un sistema di protezione rivelazione intrusione per potere esplicare completamente tutta la sua valenza deve essere progettato nel contesto di una adeguata analisi di rischio dei potenziali pericoli. L’analisi deve mirare a individuare la possibilità di vari tipi di attacco alla struttura e contrapporre le opportune misure di difesa.

Il principio base è semplice: il tempo di intervento per bloccare l’azione criminosa a seguito di una segnalazione di allarme dovrebbe essere minore del tempo necessario – al ladro- per portare a successo l’attacco al bene da proteggere.

La semplicità logica di questo principio si scontra duramente con le infinite variabili nella pratica, quindi tutto si risolve cercando una soluzione che offra il miglior rapporto costo / beneficio.
È sempre una questione di equilibrio: più alto è il rischio e migliore deve essere la difesa.

Fortunatamente, nella maggioranza dei casi in cui il rischio è limitato, la sicurezza non richiede blindature, ma attenzione !! Si assiste troppo spesso a delle realizzazioni di impianti economici che non offrono adeguata protezione o che non utilizzano materiali e tecnologie di avanguardia. È sempre conveniente utilizzare componenti e tecnologie di ultima generazione perché offrono una vita più lunga, minori problemi di esercizio e la possibilità di apportare modifiche al sistema quando queste sono richieste.

Sviluppare una panoramica completa di tutte le tipologie di sistemi esistenti è argomento troppo voluminoso per questa sede. Ci limiteremo a elencare le varie possibilità lasciando i dettagli a discussioni mirate da eseguirsi in sede di progetto. È tuttavia interessante dare un’occhiata ai vari metodi esistenti per cominciare a farsi un’idea delle possibilità che la tecnologia offre.

È importante aggiungere che non esiste un sistema standard, anche la più piccola tipologia di protezione (per esempio l’ambiente domestico) richiede una soluzione su misura che dipende sia dal contesto ambientale (posizione, dimensione, tipologia di abitazione) sia dalle necessità personali. Per questo occorre partire da un progetto approfondito per sviluppare una soluzione equilibrata rispetto alle esigenze di protezione.

Tipologie di sistemi

In prima analisi possiamo dividere i sistemi in:

Rivelazione intrusione da interno
Si tratta di sistemi preposti al controllo interno dell’edificio considerato. Tali strutture sono adatte esclusivamente per ambienti protetti dagli agenti atmosferici esterni.

Rivelazione intrusione da esterno
Sistemi adatti al controllo di aree esterne.
La filosofia di queste strutture è duplice:

  1. necessità di rendere sicura un’area esterna (parcheggio, aree di carico scarico merci, cave,depositi carburante, ecc)
  2. necessità di avere uno stato di allerta anticipato evitando una intrusione in un edificio ad alto rischio (villa con giardino, deposito di merci, ecc).

Per quanto riguarda la protezione da interno possiamo a sua volta dividerla in:

  1. protezione volumetrica
  2. protezione perimetrale
  3. protezione specifica di oggetti o aree di interesse

Protezione volumetrica
La protezione volumetrica viene ottenuta da rivelatori che sono in grado di percepire il movimento all’interno del loro raggio di azione. Questa caratteristica non permette la presenza a nessuno all’interno dell’area protetta. Questo genere di protezione offre il vantaggio assoluto di evitare ogni possibilità di intrusione sia dai varchi esistenti (porte – finestre), sia da eventuali buchi praticati nei muri o nei pavimenti per accedere ai locali. Infine, vale la pena tener presente che un sistema volumetrico oltre a risolvere la protezione totale dell’ambiente, in assenza dei proprietari, ha una spesa limitata e richiede una installazione poco invasiva ed esteticamente accettabile.

Protezione perimetrale
L’argomento della protezione perimetrale è più articolato, possiamo dividerlo in:

  1. protezione dei varchi accessibili
  2. protezione di tutti i varchi esistenti
  3. protezione di tutto il perimetro (muri, soffitti e pavimenti compresi)

I varchi accessibili sono tutte le aperture (porte e finestre) a meno di quattro metri dal livello calpestabile (un ladro preferisce solitamente le vie più facili, ma se quest’ultime sono protette, si adatta anche a tentare la sorte su varchi meno accessibili).

La protezione dei varchi si ottiene sia con sensori che rilevano la chiusura dell’imposta, della finestra, della tapparella o della porta, sia con sensori in grado di rilevare un attacco al serramento sia(negli ultimi anni) con piccoli rivelatori a barriera che rilevano il passaggio della persona attraverso il varco. Il sensore più semplice è un contatto di tipo magnetico che rileva l’apertura dell’anta, vi sono poi sensori di rottura cristalli, rilevatori di vibrazioni o di taglio e per ultimi appunto delle mini barriere che agiscono ai lati del varco da proteggere. Questo tipo di protezione agisce prima che eventuali intrusi riescano a entrare all’interno dell’area protetta. Il controllo dei varchi rende la zona interna indifferente alla presenza di persone, pertanto questo tipo di protezione può essere attivato consentendo alle persone di rimanere all’interno dei locali protetti. Purtroppo in alcuni casi questo genere di protezione non è sufficiente in quanto esistono tipologie di attacco che possono rendere inefficaci i sensori.

Per ambienti ad alto rischio (dove non è improbabile trovarsi con un buco in una parete) esistono dei sistemi perimetrali in grado di analizzare e rilevare un attacco portato in qualunque punto della struttura (pareti, pavimenti e soffitti). Questi rivelatori sono di solito microfoni selettivi o rivelatori microfonici lineari. .

Protezione specifica di oggetti

Questa problematica si riscontra ad esempio nei musei o nelle mostre dove le opere esposte devono essere protette nonostante l’afflusso di pubblico che ovviamente non consente la protezione volumetrica dei locali. In questi casi speciali sensori controllano singolarmente le opere d’arte dalla rimozione oppure vengono controllati i varchi al di là dei quali è riposta l’opera.

Rivelazione intrusione per esterno

La protezione per esterno deve risolvere due problemi fondamentali: l’immunità alle condizioni meteorologiche e una selezione (taglio) di tutti quei movimenti che non devono disturbare il sistema (piccoli animali, fronde agitate dal vento, pioggia, neve, ecc).

La scelta dei vari sistemi è legata alle condizioni dell’ambiente da proteggere e si può suddividere in:

  1. sistemi volumetrici
  2. sistemi a barriera
  3. sistemi interrati
  4. sistemi a protezione delle recinzioni

Sistemi volumetrici da esterno
I rivelatori volumetrici da esterno sono analoghi a quelli utilizzati per l’uso interno. Il progetto di questi sensori è mirato ad aumentarne la resistenza agli agenti atmosferici (caldo, freddo, umidità, pioggia, sole diretto,ecc) e devono possedere dei circuiti di analisi in grado di riequilibrare, di volta in volta, il segnale ricevuto dall’ambiente per eliminare possibili allarmi impropri dovuti a piccoli animali, piccoli movimenti e condizioni atmosferiche particolarmente gravose. Il sistema in sé è comodo da installare, poco costoso e poco invasivo, ma ha delle oggettive limitazioni.

Sistemi da esterno a barriera
I sistemi a barriera sono più affidabili di quelli volumetrici in quanto il rivelatore è composto da due elementi: un trasmettitore e un ricevitore. Il ricevitore riceve sempre il segnale del trasmettitore, nel momento in cui un oggetto o una persona si interpone interrompendo o diminuendo il segnale sul ricevitore il sensore reagisce con uno stato di allarme
Il sistema è particolarmente stabile perchè, se ben progettato, è difficile che una condizione ambientale o un piccolo animale possano interferire tanto con il segnale da generare uno stato di allarme. Il segnale trasmesso può essere un segnale infrarosso (banda ottica) o un segnale a microonde (radio).
Con questi sistemi si possono realizzare degli anelli (poligoni) chiusi e quindi racchiudere un’area, ma si possono anche proteggere solamente dei fronti (ad esempio dei passaggi obbligati).
I lati del poligono possono raggiungere anche i 200 metri di lunghezza. I componenti vanno da piccole dimensioni –50cm- fino a sbarramenti veramente notevoli (anche 10 metri di altezza) e sono comunque fuori terra. Il sistema quindi risulta abbastanza invasivo e non devono esserci problemi riguardo al carattere estetico della protezione.

Sistemi interrati
I sistemi interrati rappresentano una soluzione perfetta per la protezione da esterno, l’unico aspetto negativo è il costo generalmente elevato.

Questi sistemi rilevano principalmente la pressione e/o la differenza di pressione che un individuo esercita sul terreno camminando o passando con un veicolo. Esistono anche sensori molto sofisticati di tipo geosismico che rilevano le vibrazioni prodotte dal passaggio della persona o del veicolo. Essendo interrati sono completamente invisibili e di solito la progettazione viene eseguita in modo tale da rendere particolarmente difficile l’individuazione del tracciato. Anche in questo caso possono essere realizzati circuiti chiusi anche su terreni di differente natura – passaggio da terra a autobloccante , a cemento, ecc – oppure possono essere realizzati segmenti isolati di protezione per il controllo di aree specifiche
I sistemi più evoluti sono in grado di rilevare il senso di passaggio sull’area protetta ed eventualmente segnalare l’avvicinamento e ignorare l’allontanamento dalla struttura protetta.

Protezione delle recinzioni
Esistono varie tipologie di recinzione: reti a maglia sciolta, reti rigide, palizzate, muri. La protezione delle recinzioni sfrutta sensori di tipo lineare che devono essere assicurati alla recinzione e ne rilevano i rumori strutturali o i tentativi di scavalcamento. Quindi tutti i rumori dovuti a sollevamento o taglio delle maglie, arrampicamento su reti rigide e tentativi di scavalcamento di reti o muri vengono rilevati. Ultimamente questi sensori sono stati integrati all’interno di barriere fisiche come filo spinato o lame libere di ruotare su un asse che offrono una protezione veramente formidabile per attacchi di tipo tradizionale.

Le modalità degli stati di allarme

Nella preistoria (30 anni fa) i primi sistemi venivano chiamati sistemi di allarme perchè fondamentalmente attivavano solamente un allarme acustico (sirena) e ciò – per i tempi di allora- nella maggior parte dei casi era sufficiente a fare desistere i malintenzionati.
Attualmente il suono di una sirena non è più un richiamo, ma è una seccatura e nessuno (o quasi) presta orecchio e si attiva quando sente una sirena suonare.
Del resto i sistemi si sono evoluti e attualmente possono utilizzare un qualunque canale di comunicazione per comunicare stati di allarme e attivare procedure di sicurezza.

Le comunicazioni che si possono attivare sono:

  1. allarmi acustici locali attivazione di luci interne / esterne
  2. invio di comunicazioni su rete telefonica fissa e cellulare
  3. invio di segnalazioni digitali su rete telefonica e tramite ponti radio
  4. invio di notifiche mail su rete ethernet e visualizzazione su mappe grafiche
  5. invio di dati a centri di raccolta dati e/o di vigilanza
  6. attivazione di procedure di sicurezza

Attivazione di procedure complesse come per esempio delle sequenze programmate di operazioni in relazione al tempo trascorso dalla prima segnalazione di allerta.

In effetti la centrali attuali (quelle di buona qualità e al passo con i tempi) che gestiscono i sistemi di sicurezza sono dei piccoli PLC in grado di eseguire qualunque tipo di operazione e lavorare con qualsiasi tipo di vettore di comunicazione (PSTN, GSM, Ethernet).

Fili o no?

Questo è un punto dolente. La tecnologia ci permette di utilizzare sensori in grado di trasmette via radio lo stato di allarme. Che comodità! Per realizzare un impianto anche di medie dimensioni la mano d’opera è ridotta al minimo e l’impatto visivo è azzerato! Nessun filo in giro, nessun salto mortale per fare passare un cavo in una certa posizione, nessuna canalina orrenda.
Il rovescio della medaglia è che la tecnologia radio così comoda è però estremamente vulnerabile ed è facilissimo disturbare (in modo intenzionale o non intenzionale) la comunicazione radio tra i componenti del sistema rendendolo di fatto inutilizzabile. Inoltre non possiamo mai essere sicuri che, nel momento vitale, il segnale radio riesca a raggiungere la centrale.
È sempre una questione di equilibrio. I sistemi professionali devono avere i componenti cablati con cavi schermati alle radiofrequenze ( e nei sistemi più restrittivi i cavi devono essere sotto traccia all’interno delle zone protette!!). I sistemi senza fili presentano un profilo di sicurezza molto marginale che però può essere utilizzato se il rischio di attacco è veramente esiguo e se ci sono situazioni contingenti che non lasciano scelta.

Uno sguardo al futuro

Che cosa si può chiedere in più rispetto ad una buona protezione ad un sistema di sicurezza?
Quello che fornisce valore aggiunto ai sistemi è la loro apertura al futuro.
Per ottenere questo i sistemi moderni, se ben progettati, dovrebbero rispondere ad alcune semplici regole:

  1. potere essere espandibili e facilmente riconfigurabili senza dovere necessariamente sostituire parti vitali del sistema
  2. potere essere interfacciati con le tecnologie e le automazioni disponibili (domotica)
  3. potere essere facilmente gestiti da un operatore anche da remoto (per esempio tramite un cellulare o un PC).

Queste cose si possono fare con le moderne centrali di comando, inoltre sistemi differenti come per esempio sistemi di rivelazione incendi, sistemi di rivelazione gas, controllo accessi, sistemi di televisione a circuito chiuso possono essere interfacciati e gestiti come una unica entità.